Abies nebrodensis Mattei

(Da: it.wikipedia.org)
Phylum: Tracheophyta Sinnott, 1935 ex Cavalier-Smith (1998)
Classe: Pinopsida Burnett, 1835
Ordine: Pinales Dumort., 1829
Famiglia: Pinaceae Spreng. ex Rudolphi F., 1830
Genere: Abies Mill.
Italiano: Abete dei Nèbrodi, Abete delle Madonie
Descrizione
La specie, un tempo classificata come sottospecie dell'abete bianco (Abies alba), potrebbe essersi formata per speciazione durante l'inizio dell'ultimo interglaciale post-wurmiano. È un albero con portamento eretto o leggermente incurvato, alto fino a 10- 15 m, con chioma conico-piramidale, un po' tarchiata, di colore verde scuro. Gli aghi sono lunghi sino a 10 mm, rigidi e pungenti. Le pigne sono lunghe sino a 20 cm. L' Abies nebrodensis è considerata dallo IUCN una specie in pericolo critico di estinzione ed è stata inserita nella lista delle 50 specie botaniche più minacciate dell'area mediterranea. È stato avviato, dalla Regione Siciliana, un piano per salvaguardare la specie, che consiste nell'affidamento delle piantine di Abies Nebrodensis. È da tenere presente che l'impianto degli individui ricevuti non va eseguito in ambienti o micro-habitat non adatti (zone costiere e/o di bassa quota, con esposizione sud e/o prive di vegetazione, ecc.), bensì in ambienti freschi e dove è possibile prestare le irrigazioni di soccorso durante la stagione estiva. L' abete africano (Abies numidica) è ritenuto comunemente il gemello del nostro siciliano ma secondo vari studiosi le affinità più strette andrebbero ricercate nell'abete greco (Abies cephalonica), che ha coni veramente molto simili a quelli del nebrodensis. L'abete africano potrebbe assomigliare nel portamento e negli aghi corti, ma i suoi coni non hanno brattee sporgenti; il greco ha forma slanciata e maestosa, con aghi più lunghi e pungenti.
Diffusione
Un tempo endemico delle montagne della catena settentrionale sicula, l'A. nebrodensis dal 1900 era stato considerato estinto. Fu riscoperto, nel 1957, nel Vallone Madonna degli Angeli (comune di Polizzi Generosa) sulle Madonie, dove ne sono rimasti circa una trentina di esemplari, sopravvissuti, forse, grazie all'isolamento e alla minore competitività locale di altre specie più forti, come il faggio (Fagus sylvatica). La maggior parte degli esemplari sopravvissuti cresce stentatamente su pendio sassoso e probabilmente si sono sottratti al taglio proprio per le loro modeste dimensioni. Alcuni esemplari producono una certa percentuale di semi fertili con i quali periodicamente si procede alla coltivazione in vivaio e poi al trapianto.
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Stato: Italy |
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